La formazione non termina con la giornata dei voti perpetui. Ogni Suora – come leggiamo nelle Costituzioni della Congregazione – è personalmente responsabile per l’incessante sforzo di collaborazione con la grazia Divina, e l’educazione personale nell’atmosfera di fede, di preghiera e di umiltà, fino alla piena maturità umana e religiosa, affinché sempre più profondamente morire a se stessa e vivere la vita di Cristo Risorto – in noi come vittima dell’amore di Dio e con preoccupazione della salvezza degli uomini (C 106).
Le Suore tentano la dinamica della fedeltà in diverse epoche di vita, d’accordo con la verità scritta nell’adozione apostolica “Vita Consacrata”: C’è una giovinezza dello spirito che permane nel tempo: essa si collega col fatto che l’individuo cerca e trova ad ogni ciclo vitale un compito diverso da svolgere, un modo specifico d’essere, di servire e d’amare (70).
Le Suore provano un giovanile entusiasmo nella relazione della vocazione e del passaggio dall’età di studio e di aiuto agli altri, fino alla piena responsabilità per il loro impegno. Nell’età media cercano di sfruttare creativamente le proprie esperienze nei luoghi dove vivono e servono. In questo campo si sveglia bene il dono della maternità spirituale. Fruttuosa è anche l’età avanzata, quando la debolezza del corpo o della malattia esigono una graduale rassegnazione di vita attiva. Qui c’è l’occasione per la sottoposizione formata dall’esperienza pasquale e la grazia speciale di imitare Cristo Crocifisso, il quale in tutto fa la volontà del Padre e tutto a Lui si affida, fino alla donazione nelle Sue mani del proprio spirito.